Ecumenismo anti-sette

Lupi travestiti da agnelli

Chi sono gli anti-sette? Quali sono i loro diversi ruoli e come distinguerli? Chi collabora con la S.A.S. e chi ne ha ispirato l’azione e la nascita?

Non è di immediata comprensione quale sia il ruolo dei vari gruppi anti-sette e chi faccia parte della categoria.

Alcuni di loro si presentano come gruppi di ricerca religiosa o come associazioni che studiano il problema delle “sette” dal punto di vista sociale o antropologico. In realtà, come vedremo in seguito, non svolgono alcun studio o ricerca.

Solo alcuni si dichiarano apertamente “anti-sette” o associazioni di “familiari di vittime delle sette”. Altri dichiarano buone intenzioni ecumeniche per poi perpetrare la solita discriminazione verso le minoranze religiose e le confessioni sgradite.

Analizziamo le informazioni e i documenti già conosciuti.

Nell’articolo “Squadra Anti Sette, anti-sette e plagio” abbiamo visto che la Squadra Anti Sette (SAS), costituita dall’allora Capo della Polizia Gianni de Gennaro, ha nominato come referente ufficiale il prete Cattolico don Aldo Bonaiuto.

Dal canto suo, il fondatore della FAVIS Maurizio Alessandrini si presenta come referente della SAS e coordinatore del forum anti-sette composto dalle associazioni FAVIS, CeSAP, ARIS Toscana e ARIS Veneto (si veda l’articolo citato sopra).

Vi sono poi dei gruppi marginali e degli individui che, pur non appartenendo ufficialmente al forum anti-sette, né all’associazione di Bonaiuto, collaborano strettamente con i due referenti ufficiali della SAS, ad esempio l’Associazione S.O.S. Antiplagio di Novara presieduta da Giovanni Ristuccia, l’Associazione Menti Libere di Torino di Giampiero Marcato, l'associazione Giù le mani dai bambini di Aldo Verdecchia e altri piccoli gruppi poco conosciuti e composti da una o due persone.

Abbiamo poi mostrato nell’articolo “Allarmismo di Stato” che lo screditato Rapporto del Ministero dell’Interno del 1998 era un atto propedeutico alla costituzione della SAS avvenuta 8 anni dopo. L’articolo segnalato sopra evidenzia anche che la mano che ha redatto il Rapporto e la circolare De Gennaro era la stessa, e che entrambi i documenti si basano sulle informazioni provenienti dagli anti-sette che avrebbero contribuito alle “ricerche” del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno.

I gruppi anti-sette dell’epoca e quelli odierni, come abbiamo visto nell’articolo “I referenti della S.A.S. e il plagio”, fanno pressioni sui politici, direttamente e tramite i media, per far approvare le proposte di legge per la reintroduzione del reato di plagio.

Possiamo quindi identificare una parte degli anti-sette, quelli elencati sopra, come gruppi che collaborano con la SAS per intervenite sui media e sui politici al fine di creare un clima di allarme e, come già detto, far approvare la legge sul plagio.

Organigramma

Quelle esemplificate sopra sono relazioni e attività conosciute. I documenti pubblicati nei precedenti articoli fugano ogni dubbio sul fatto che esistano. E’ un fatto assodato che alcuni gruppi (privati) anti-sette siano stati adottati come strumenti dalla SAS a scopo di indagine, contenimento e repressione delle “sette”. E’ certo anche che gli stessi gruppi stiano da anni fomentando l’allarmismo sulle “sette” tramite i media. E’ altresì provato che gli stessi elementi intervengono ormai da anni su alcuni parlamentari influenzati dallo stato d’allarme causato tramite i media.

Non sappiamo se questo stato di cose sia un piano ben orchestrato per giungere ad un risultato preciso e voluto da qualche ente o individuo. Può darsi che questa situazione si sia verificata casualmente, come risultato di una somma di intenti e mentalità simili, o di avvenimenti casuali favoriti da una cultura che fatica ad accettare il pluralismo religioso. Quale che sia l’origine, ci limitiamo a constatare i fatti e a riferire il loro possibile significato.

Analizzando i documenti e i fatti fin qui considerati, non è ancora facile comprendere l’intera scena delle attività anti-sette, né quale sia l’estensione del fenomeno che, alla luce di certi incidenti di cui parleremo in un prossimo futuro, è talvolta più preoccupante del fenomeno “settario” che loro stessi paventano.

E' necessario analizzare alcuni particolari del loro operato e le attività comuni a tutti gli anti-sette per comprendere meglio tale fenomeno.

Una cosa che certamente accomuna tutti i gruppi, i comitati, le associazioni e i singoli individui anti-sette, non solo quelli legati a Bonaiuto o al forum di Alessandrini, è la diffusione di notizie allarmanti sul “problema delle sette” e di statistiche controverse e non verificabili che dovrebbero confermare l’esistenza di tale “problema” e la sua presunta “gravità”; al riguardo vedere l’articolo “Falsare statistiche per allarmare”.

La stampa e internet sono i mezzi principali che usa OGNI gruppo anti-sette. Sebbene la miriade di articoli che hanno diffuso nel corso degli anni siano stucchevolmente simili e ripetitivi nei contenuti, questo comune uso dei media sembrerebbe insufficiente per sostenere che i vari anti-sette siano esponenti di un unico fronte coordinato.

Prendiamo quindi in esame un’altra attività che caratterizza l’opera di questi gruppi e che serve per produrre stampa contro le “sette”, vale a dire l’organizzazione continua di congressi, convegni, conferenze e seminari sul soggetto.

E’ in questo campo che si evidenziano ulteriormente le cooperazioni e le contiguità tra gruppi che apparentemente non cooperano con la SAS. Facciamo un esempio attuale.

L’Ufficio Ecumenismo e Dialogo Settore Nuovi Culti del Vicariato di Roma in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Ecclesia Mater”, con il patrocinio del GRIS – Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa e dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ha organizzato un convegno che si terrà tra il 21 e il 26 luglio prossimi presso il Seminario Maggiore di Bressanone (BZ).

Il seminario è indirizzato a insegnanti di religione cattolica, docenti, educatori catechisti, cappellani universitari, operatori centri d’ascolto Caritas, psicologi, eccetera.

Insomma, a tutti coloro che, nello svolgimento della loro professione di educatori, catechisti e operatori sociali, possono avere una notevole influenza sulla società, quindi interpretare ampiamente e con efficacia il messaggio “ecumenico” del seminario.

Trattandosi di un’iniziativa dell’Ufficio Ecumenismo e Dialogo del Vicariato di Roma, ci si aspetta che il seminario sia un momento, appunto, di dialogo ecumenico sul soggetto dei nuovi culti, dato che il titolo è “Nuovi Movimenti Religiosi: emergenza pastorale”.Bressanone-1

La parola emergenza stride un po’ in questo contesto e lascia intendere che potrebbe trattarsi del solito discorso allarmistico, ma passiamo oltre. Si tratterà di “dialogo”, quindi ci si aspetta che di qualsiasi emergenza si tratti la si risolverà dialogando. D’altra parte “l’ecumenismo” dovrebbe puntare al “superamento delle differenze tra le diverse confessioni”.

Purtroppo la seconda pagina del programma del convegno fa capire che di dialogo ed ecumenismo ci sarà ben poco in quel “seminario di studio” patrocinato dal GRIS e dalla Comunità Papa Giovanni XXIII°. Infatti tra gli speaker del convegno ecco spuntare nomi conosciuti di anti-sette che con le “sette” non dialogherebbero nemmeno sotto costrizione: il referente SAS don Aldo Bonaiuto, il rappresentante del GRIS Rimini prof. Adolfo Morganti (spesso in collaborazione con Alessandrini della FAVIS), don Alessandro Olivieri Pennesi, responsabile del Settore Sette e nuovi culti dell’Ufficio per l’ecumenismo della Diocesi di Roma e il prof. Francois Marie Dermine, presidente nazionale GRIS.

Bressanone-2

Il GRIS non fa parte ufficialmente del forum anti-sette e non è referente incaricato della SAS come Bonaiuto e Alessandrini, ma la collaborazione tra i suoi rappresentanti, dislocati in ogni diocesi del territorio della repubblica e i referenti della SAS è continua e di vecchia data.

Si veda ad esempio quest’altro convegno romano ad inviti (blindatissimo) del febbraio 2011, dove vediamo GRIS e referenti della SAS tra gli organizzatori, sempre sotto l’egida dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Ecclesia Mater” e del Vicariato di Roma, con la segreteria organizzativa di don Aldo Bonaiuto:

Convegno-Roma-1

Ma questa volta, tra i presenti, oltre agli anti-sette che presenzieranno al prossimo convegno di Bressanone, vi erano anche il segretario nazionale perenne del GRIS Giuseppe Ferrari, la senatrice Laura Allegrini, relatrice del disegno di legge per la reintroduzione del plagio e la professoressa Anna Maria Giannini, recentemente audita come esperta dalla Commissione Giustizia del Senato in merito allo stesso disegno di legge (si veda l’articolo “Testimoni fondamentali”), oltre ad alcuni politici di spicco.

Convegno-Roma-2

I due convegni citati sopra, sono solo esemplificativi, ma i seminari, conferenze, convegni e congressi che questi gruppi hanno organizzato assieme nel corso degli anni sono letteralmente centinaia.

Con questo si intende richiamare l'attenzione sul fatto che i componenti del GRIS e di altri gruppi e individui ad esso collegati, che apparentemente non sono in collaborazione con la SAS, sono comunque in piena sintonia con i suoi referenti (Bonaiuto e Alessandrini) e con il forum antisette.

Come già detto, non vogliamo affermare che tutto ciò sia parte di un disegno preordinato, ma i fatti parlano da sé. Lasciamo al lettore la libertà di trarre conclusioni.

Se il GRIS e gli anti-sette che ad esso fanno riferimento non fanno parte dello schema esposto all’inizio di questo articolo, qual è il ruolo che rivestono?

Procediamo con ordine. Il GRIS è un gruppo cattolico approvato dalla CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. Lo troviamo chiaramente scritto nelle dichiarazioni che i suoi rappresentanti hanno rilasciato alla stampa:L'Arena-cos'èilGris

In effetti, il fatto che sia “un’associazione  religiosa e culturale cattolica”, come hanno dichiarato alla stampa i suoi rappresentanti, corrisponde a quanto scritto nell’articolo 1 del loro statuto rivisto nel 2001 e approvato dalla CEI nel 2002:Statuto-GRIS-art1

E corrisponde anche a quanto scritto nel vecchio statuto del 1987, anno della fondazione del GRIS:Statuto-GRIS87-art1

Un’associazione religiosa, cattolica e privata. Tanto cattolica che secondo l’articolo 4 dello statuto svolge “la propria attività in obbedienza all’insegnamento del Sommo Pontefice e dei Vescovi”.

 Statuto-GRIS-art4

L’approvazione della CEI viene citata in fondo dello statuto così com’è stata rilasciata con questo decreto emesso dal Cardinale Camillo Ruini, allora Presidente della CEI e vera "eminenza grigia" della Chiesa Cattolica Italiana, il 6 febbraio 2002: 

Lettera-Ruini

Non sappiamo cosa ci fosse allegato al decreto del presidente della CEI. Però, le differenze tra il vecchio e il nuovo statuto GRIS, oltre al nome più politically correct del precedente “Gruppo di Ricerca e di Informazione sulle Sette”, si capiscono dagli articoli 2 e 3, ecco quelli post-2002: Statuto-GRIS-art2e3Ed ecco i precedenti articoli 2 e 3 del 1987:

Statuto-GRIS87-art2e3-forweb

Non è difficile capire le differenze sostanziali tra lo statuto del GRIS anti-sette del 1987 e quello più “presentabile” del terzo millennio. E’ chiaro che il GRIS è nato come strumento della Chiesa Cattolica per occuparsi della “diffusione di informazione sulle sette religiose” e per “prevenire e affrontare adeguatamente il fenomeno delle sette”.

Il dialogo non era previsto tra i suoi scopi nello statuto originario, mentre nel nuovo statuto è contemplato solo “quando possibile”. Si tratta, pertanto, di un’associazione cattolica privata anti-sette che opera a danno di altri gruppi religiosi sul territorio italiano in obbedienza all’insegnamento del capo di uno Stato diverso da quello italiano.

Ma lo scopo anti-sette originale sembra essere ancora più che valido leggendo quel che normalmente dichiarano alla stampa i suoi rappresentanti di spicco: LaRepubblicaNon dialogo ed ecumenismo, ma sorvegliare costantemente le mosse delle sette religiose

BresciaOggi

Ma anche “contrastare con l’informazione … il diffondersi travolgente delle religioni”. Che sono viste come “nemici delle religioni tradizionali”. Un intento davvero poco ecumenico e non certo allineato con la Costituzione del nostro paese.

Crediamo si possa dire che, nonostante il lifting al nome e allo statuto (approvato dalla CEI), il GRIS rientri a pieno titolo nel novero degli anti-sette.

Un gruppo privato, religioso e cattolico che opera con l’approvazione della CEI per contrastare il pluralismo religioso, previsto come libertà costituzionale in Italia, e che si propone di farlo con i soldi dello Stato, proprio come recita l’articolo 15 del loro statuto: Statuto-GRIS-art15

A prima vista sembrerebbe che le associazioni laiche che collaborano con la SAS e il GRIS si siano attivate separatamente per scopi simili, salvo poi incontrarsi sullo stesso cammino, e condividere alcune attività. Ma anche per sostenersi a vicenda, come nel caso di quest’altro convegno tenutosi qualche mese fa a Terni, organizzato dal GRIS per promuove il libro contro le “sette” scritto da don Aldo Bonaiuto, referente SAS:

Convegno-Terni

Troppe coincidenze, troppe attività comuni e troppa comunanza di intenti. Se non fosse che ufficialmente non risulta da nessuna parte, si direbbe che il GRIS faccia parte della stessa cordata del forum anti-sette di Alessandrini e don Aldo Bonaiuto come referenti della SAS.

D’altra parte, sarebbe quanto meno conflittuale che un gruppo anti-sette privato e cattolico, approvato dalla CEI e che opera secondo gli insegnamenti del Papa, capo di un altro Stato, agisca agli ordini di un organismo di polizia italiano.

Infatti non è così. Lo rivela il coordinatore del forum anti-sette e referente SAS Maurizio Alessandrini, in una lettera del 14 luglio 2009 indirizzata al Presidente del Senato Renato Schifani. Ecco il passaggio in questione: 

Lettera-Schifani.P3

Perciò il GRIS non è un referente della SAS o in qualche modo sottoposta ad essa. Stando alle parole di Alessandrini, che ha frequenti contatti diretti con i massimi dirigenti della SAS, quest’ultima sarebbe stata costituita “su sollecitazione del Vaticano”. Questo fatto colloca il GRIS, in quanto espressione gruppo approvato dai massimi livelli della Chiesa Cattolica e sua diretta espressione, in una posizione privilegiata rispetto agli organismi dello Stato italiano.

Come inciso, la lettera di Alessandrini è l’ennesimo documento sconosciuto ai gruppi oggetto delle sue critiche, e l’ha spedita al Presidente del Senato come rappresentante del forum anti-sette per sostenere l’approvazione del disegno di legge del senatore Antonino Caruso sulla “manipolazione mentale”, vale a dire il “plagio”. Consigliamo la lettura del testo integrale qui.

In base a questa rivelazione di Alessandrini, sembra si possa concludere che il GRIS, in quanto anti-sette cattolico, si possa inserire nello schema in questo modo: OrganigrammaconGRISOvviamente questo è uno schema piuttosto incompleto. Andrebbero aggiunte parecchie caselle per inserirvi i rappresentanti provinciali della SAS, i gruppi diocesani del GRIS, i magistrati che hanno agito sulla base delle loro informazioni, i politici che interagiscono solitamente con gli anti-sette e i media, giornalisti e autori che hanno collaborato con essi con maggior frequenza.

Che il GRIS e i suoi rappresentanti operino e abbiano operato con autorità di polizia dello Stato italiano non è un fatto nuovo. Infatti, i rappresentanti del GRIS hanno operato ad alti livelli con dirigenti del Ministero dell’Interno, sia per la redazione del famigerato Rapporto sulle “sette” del 1998, che per “l'addestramento" delle forze di polizia e dei servizi segreti sul "fenomeno delle sette”.

Ecco ad esempio l’estratto di un articolo che risale al 1999, pubblicato sulla rivista GNOSIS del SISDE (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica, i servizi segreti), e che riguarda una tavola rotonda, nell’ambito di un seminario di studi svoltosi a Roma in data 11 e 12 gennaio 1999 presso la “Scuola di Addestramento del SISDE”:

 SISDE-GRIS-estratti

Tutti gli speaker di quel seminario, Del Re, Di Fiorino, Ferrari, Fuss, Gatto Trocchi, svoltosi nei locali dei servizi segreti italiani, erano dal primo all’ultimo, rappresentanti e consulenti del GRIS. Il testo integrale dell’articolo si può leggere qui.

Parte da lontano quindi la “sollecitazione cattolica" sugli organi di polizia. Ecco perché il GRIS non appare tra i referenti della SAS, perché ne sono i consiglieri e gli ispiratori che ne hanno “sollecitato” la nascita.

Non intendiamo dire che costoro operino col beneplacito dell’intero Vaticano o della Chiesa Cattolica italiana. E’ possibile che il GRIS sia una scheggia impazzita, un gruppo deviato all’interno della struttura cattolica, che ha ottenuto l’approvazione della CEI senza rivelare le sue vere intenzioni. Oppure si può ipotizzare che ci sia ancora una parte cattolica oscurantista e persecutrice e una parte tollerante e aperta al dialogo.

Non siamo in grado di dare un giudizio definitivo e non intendiamo farlo. Ci limitiamo, per ora, a rendere noti dei fatti e dei documenti.

Certo è che il cittadino italiano che, pensando di esercitare un diritto sancito costituzionalmente, desideri aderire ad una confessione religiosa diversa da quelle gradite ai gruppi anti-sette cattolici e laici, non potrà evitare di essere contrastato, “studiato”, indagato e censurato da questa struttura poliziesca composta da funzionari dello Stato Italiano, da privati che operano come referenti di polizia e da altri privati cattolici operanti con l’approvazione delle Stato Vaticano.

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7 luglio 2012